domenica 14 dicembre 2008

Gita a Praga - In aereo-

L’entusiasmo che provai nel svegliarmi la mattina e nel giungere a Fiumicino. Desiderio comune di vivere un’esperienza magica a tutti comune. Fotografia di classe. Ultima volta che vidi la “classe” (assieme a me le altre amiche sopra citate con le quali, in seguito, avrei condiviso, almeno, una collera comune, rivolta contro altri membri della classe. La bontà e saggezza di F. nel non voler essere in collera).

Niente di particolarmente interessante all’interno dell’aeroporto.

Paura per il mio ricco bagaglio.

Paura per me.

Io accanto a F. e M. (altra amica). Persa di vista D. che sedeva più avanti.

Dietro T. , P. e B. , compagni di “classe”. Vittime di future sfuriate.

La mia eccitazione, che già era ad un bel punto, raggiunse il massimo al momento della partenza. Poiché fu la mia prima gita aerea, l’eccitazione era elevata a potenza.

Quale emozione nell’aver la certezza di non poter più posare piede a terra!

Un grido di gioia comune nell’istante in cui l’aereo comincia a librarsi in cielo.

Un’euforia febbrile mi colse in pieno. M. pianse (non so se dalla paura…). F. tranquilla, serena.

Io accanto al finestrino. Mio comportamento puerile di fronte alla bellezza della Terra. Mani sul finestrino, occhi spalancati. Le voci di F. e M. che ogni tanto cercavano di ristabilire un contatto con me, persa fra le nuvole.

Ad un certo punto del viaggio vista del Po’. Incredibile come sia stata capace di identificare il fiume nonostante le mie scarse conoscenze geografiche. E la mia mano già stringeva l’altra per le congratulazioni.

Momento che avrebbe segnato pesantemente il mio primo giorno: la colazione in aereo. Yogurt, muffin e panino. L’eccitamento mi mise fame, non potei guardarmi dal mangiare.

Sereno arrivo per molti, atroce per me. Causa turbolenza in cielo. Atterraggio scomodo per questo e rivoltante (in tutti i sensi).

E il freddo ghiacciò i miei arti. Le mie mani non si videro per molto tempo, smistate nelle tasche a cercare il caldo. Le mie gambe non vollero saperne niente e corsero più di me…

to be continued...

3 commenti:

xtravaned ha detto...

Pure io rimango a guardare fuori sbalordito ogni volta che l'aereo decolla:) Troppo bello quando supera le nuvole e sembra di essere in un mare di panna montata. E' un altro mondo! Strano che non ci fosse collera tra componenti della classe:)) Comunque, mi sembra di leggere un libro perché scrivi esageratamente bene, in pratica posso dire che almeno un libro lo sto leggendo anche se di 2 paginette:))Ultima cosa, la canzone che parte appena entro nel tuo blog, la stavo fischiettando a lavoro tutta la mattina e solo dopo un oretta ho pensato: ma che caxxo sto fischiando? ahhahaha.. ta tataratatatatataratata tataratatatatataratata
tataratatatatataratataratataratataratataratata!!

Maria Chiara ha detto...

Guarda, gli ultimi 2 anni d'Istituto sono stati per me i più cari. E' stata una classe meravigliosa. Gli screzi sono stati pochi, è per questo che, ironicamente, ora gioco sull'accaduto della gita (che allora fu abbastanza triste).

Per quanto riguarda la canzone...bè...è normale che la stessi fischiettando,dopotutto si tratta di Beethoven. ;)

Grazie per i complimenti ^^

xtravaned ha detto...

il piccolo nano poteva diventare molesto, chi lo sa? :)