venerdì 27 febbraio 2009

Ma...la speranza?


Colloquio tra Max Brod e Franz Kafka:

<Brod dice, - di una conversazione con Kafka, che partiva dall'Europa attuale e dalla decadenza dell'umanità. "Noi siamo", egli disse, "pensieri nichilistici, pensieri di suicidio, che affiorano nella mente di Dio". Ciò dapprima mi fece pensare alla visione del mondo della gnosi: Dio come cattivo demiurgo, il mondo il suo peccato originale. "Oh no" egli disse, "il nostro mondo è solo un cattivo umore di Dio, una cattiva giornata". Al di fuori di questa manifestazione, di questo mondo che noi conosciamo, ci sarebbe quindi speranza". Egli sorrise: "Oh certo, molta speranza, infinita speranza, ma non per noi">>

Perfetto. Fin quando resteremo su questa terra - come su di Atlante- graverà sulle nostre spalle il peso del Mondo e la sua cosmica condanna.
E siamo così destinati a languire nel peccato, cullando l'unica speranza di un "rinvio del giudizio".


19 commenti:

Surrealina ha detto...

Hai mai letto Cioran?

Maria Chiara ha detto...

No, però illuminami!^^

Donnachenina blog ha detto...

Ciao ? magari, quando te la senti si potrebbe dialogare con un nik, che sia più una persona che una sigla...non prenderlo come rimprovero, ma prendilo come un invito se ti va..certamente...
Mi è piaciuto leggere questo post, e non conoscevo questo scritto, che trovo davvero suggestivo, nel senso che mi provoca delle riflessioni fuori dall'usuale...
ma saranno forse gli anni (che sono molti...a dividerci) che ultimamente mi stanno aprendo, anche ad una visione della vita, un po' meno cupa...restando sempre comunque molto realistica, e senza ignorare ciò che il nostro attuale mondo è...(che poi mi chiedo attuale? Ogni tanto mi sorge il dubbio, che non siano così nette le differenze tra le varie epoche e che tutto il peggio non è ora...insomma sto cambiando la mia visione, che resta pur sempre il mio punto di vista) infatti sto facendo delle letture che mi portano in quella drezione...tornerò ancora a leggerti...e spero che avremo modo di continuare in qualche modo a comunicare...
Ti auguro un buon fine settimana e ti lascio un mio caro saluto
Franca

Daniele Passerini ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Daniele Passerini ha detto...

La mia personale convinzione è che non ha senso dare a Dio il "merito" o la "colpa" del mondo in cui viviamo, che tra l'altro è solo un sottilissimo strato di un'infinita "cipolla"!
Il mondo è esattamente come i pensieri dell'uomo lo creano, perché noi stessi siamo frammenti di Dio e co-Creatori.

Ciao carissima, un buon fine settimana a te.

Maria Chiara ha detto...

@ Donnachenina

Grazie per il commento :)
L'invito si riferisce alla sigla del mio nome?? "M.K.B."?
Non so se lo posso cambiare...però ti spiego le lettere a cosa corrispondono: essendo il mio nome "Maria Chiara", la "M" sta per "Maria", la "K" sta sia per "Kiara" che per "Kafka" (la cosa può sembrare ridicola, ma è l'unico modo per averlo accanto a me XD) e "B" è l'iniziale del mio cognome nonché l'iniziale di "Baudelaire" (idem come Kafka). Ecco perché utilizzo questa sigla.
In realtà mettere un nome incanalerebbe tutta la mia essenza in quel nome, e di nomi in rete ne ho provati tanti senza soddisfazione.
Questa sigla mi soddisfa. (Almeno in rete). Altrimenti il mio nome comune sarebbe "Maya" o "Mary".:)
Ecco la spiegazione pirandelliana del perché utilizzo questa sigla universalizzata per non vivere disgregazioni dell'Io.XD

Sono contenta che ti sia piaciuto leggere questo post.
Io credo che il mondo non si sia evoluto più di tanto, come dice Kafka "Credere in un progresso non significa che un progresso ci sia già stato"
E' la tecnologia che ci dà questa impressione di "Cambiamento", ma l'uomo è sempre lo stesso, un pò più confuso,ma è sempre uguale.
La storia non ha insegnato niente.
E se gli scritti di tutti i grandi autori di tutti i secoli continuano a persistere nel tempo e perché sono più che contemporanei. E non è forse un segno di una non evoluzione?

Maria Chiara ha detto...

@ Daniele

Sì, è vero!. Ma fa comodo dare la colpa al Superiore.
La colpa è solo nostra. Abbiamo il mondo che ci meritiamo.

Un buon fine settimana a tutti!

Surrealina ha detto...

Illuminarti ... credo di non poterlo fare ma qualcosa posso dirsti. Cioran è un pensatore rumeno contemporaneo(non esattamente un filosofo ché non ha mai sistematizzato il suo pensiero) "nichilista", per quanto abbia tentato continuamente di tenere questo aggettivo lontano da lui. Era ossessionato dall'idea del suicidio su cui ha scritto tanto. Cito: "Ciò che rende la vita tollerabile è l'idea che si possa uscirne. E' l'unico modo di sopportarla, poter farla finita quando si vuole. Qualunque imbecille può liberarsene". A dispetto di questa sua ossessione su cui tanto ha teorizzato non è morto suicida. Tra i suoi tanti libri (che non ho letto) "Il Funesto Demiurgo". Di lui ho letto "Un apolide metafisico" e mi sono divertita. Era un conversatore brillante. Cià.

Maria Chiara ha detto...

@ Surrealina

Interessante... bè,il suicidio era ed è un pensiero molto ricorrente. Artisti, scrittori... ma ad esempio, Kafka (chi altri?XD) ci teneva a sottolineare che avere il coraggio anche solo di pensare al suicidio significa averne per continuare a vivere. Un che di ovvio in questo.
Per suicidarsi ci vuole altrettanto coraggio. E chi non sa decidersi tra la vita e la morte è come languire in un limbo.
Forse Cioran (ora non lo conosco, ma mi azzardo a supporre qualcosa) scrive proprio per morire. Riversare se stessi su dei fogli è una liberazione, un rito per obliarsi...non so.
Grazie comunque^^

Anonimo ha detto...

Finalmente qualcuno ha osato dirtelo... io ci ho pensato molte volte ma ci voleva Franca ad avere il coraggio... sai che ogni volta faccio fatica a scrivere quelle iniziali puntate?
Ma hai un nome bellissimo, Maria Chiara, usalo!
(Tra l'altro l'avevo indovinato)

Scegli il nick che vuoi cara, siamo noi che siamo delle vecchie bisbetiche (ma forse accetti il consiglio, senza offesa).

Ho letto in diverse biografie di Kafka dell'episodio che Max Brod descrive. Io credo che Kafka avesse molta speranza. "Non per noi", diceva, ma in realtà questa speranza in lui esisteva secondo me, magari a livello puramente teorico (non si è mai salvato nessuno, ma è possibile che qualcuno si salvi).
Io credo anche che intendesse "salvarsi da se stessi", dalle tenebre che ognuno di noi porta dentro, dal buio che in alcuni è più forte, come la luce.

Però io non sono d'accordo con te. Credo che - nonostante tutto - il mondo per molti versi sia diventato migliore. Ma il mondo che conosciamo è molto giovane. Duemila, tremila anni è in pratica tutto quello che conosciamo. Il cammino è lento, e non è una linea retta, ma corsi e ricorsi.
Ho fiducia nell'umanità, nella scintilla di divino che c'e in noi.

Maria Chiara ha detto...

@ Artemisia

Non credevo fosse difficile scrivere queste iniziali XD. Se potrò cambiare il nome lo cambio...così rendo la vita semplice a tutti. ^^

Comunque mi si può chiamare tranquillamente con il mio vero nome.

Per quanto riguarda Kafka: Sì...sicuramente il lui c'era speranza...come tu dici "la speranza di salvarsi da se stessi", la scrittura era per lui quella speranza, il mezzo per espiare l'ipotetica condanna paterna e liberarsi dai "fantasmi" (detto proprio in parole molto povere).

Per quanto riguarda il post in sé, bé...la mia era ironia. Credo relativamente a quello che ho scritto, perché se ci credessi assolutamente...povera me,no?. Era più che altro una tentata parafrasi del colloquio estremizzata ("il rinvio del giudizio", poi, rimanda ad un altro colloquio avuto da Kafka con il giovane Gustave Janouch.)

Per quanto riguarda il mondo, io sono abbastanza scettica sul fatto che sia migliorato, poi bisogna vedere in rapporto a quale dei mondi precedenti :).Trovo che ci sia sempre un costante altalenare tra i pro e i contro dell'evoluzione...
Ma come dici tu, anche a me piacerebbe aver fiducia nell'umanità. Ed effetivamente come potrei non nutrirla?.
E poi se Dio ci ha fatti a sua immagine e somiglianza ci sarà un motivo.no?:)

Donnachenina blog ha detto...

Ciao Maria Chiara, hai un nome bellissimo...e impegnativo e soprattutto per via della tua età...lo so benissimo che nella rete non ci sono persone giovanissime..come tu sei, che usano il prorpio nome..e questo ora ti può solo fare onore...
Grazie per aver offerto il tuo commento e la spiegazione alle tue sigle...sono contenta di questo, ma mi fa ancora più contenta sapere che è una cosa che hai voluto fare tu...magari sollecitata da altri..ma deciso da sola..
Avremo modo di sentirci ancora ..
con simpatia ti mando il mio saluto
franca

Maria Chiara ha detto...

@ Donnachenina

Grazie!!^^
E' difficile sì "Scoprirsi" in questo modo... ma se non lo si comincia a fare ora...quando si può imparare a prendere coscienza di sè?

Non voglio fare la fine del Fu Mattia Pascal!:)))

artemisia ha detto...

Ma io non dicevo che dovevi firmare col tuo nome, come potrei dirlo io che non lo faccio?? Dicevo solo di sceglierti un nick più "maneggevole"...
Detto questo, il tuo nome è molto bello, e se hai deciso di usarlo io ne sono contenta.

:)

Maria Chiara ha detto...

@ Artemisia

Bè effettivamente...XD
E ma io sono contraria ai nickname maneggevoli...ne ho provati tanti,troppi...ma nada!
Ecco perché sono arrivata alla sigla. :)

Marta ha detto...

se questo mi rende viva, lo faccio con tutta l'anima!

Maria Chiara ha detto...

@ Ballerotta bohèmien

Già!;)

Valentina Luberto ha detto...

Ciao Maria Chiara, ti lascio un saluto, sperando di leggere presto tuoi nuovi scritti :)

riccardo uccheddu ha detto...

@ M.K.B.: secondo me Cioran può sembrare molto cupo ed in un certo senso, lo è. Forse, perfino più dei nichilisti classici.
Ma era nello stesso tempo dotato di un umorismo molto particolare (apparentemente crudele, ma che per me era tale solo in apparenza) che faceva di lui un persona davvero speciale.
Se come dici bene nella scrittura (e nell'arte)c'è qualcosa di catartico (vedere Aristotele ed il suo concetto di tragedia), forse c'è della catarsi anche nella lettura.
Io per es., ogni volta che rileggo di Cioran "La tentazione d'esistere", riprendo quota. Eppure, Cioran è durissimo!
Quanto a Kafka, non dimentichiamo che il suo modo di ragionare era piuttosto sui generis... pare che ai suoi amici leggesse "Il processo" ridendo fino alle lacrime!
Ciao.