Giunti dinanzi all’albergo, mi meravigliai 1. Dell’albergo in sé 2. Dell’albergo che sicuramente non era situato al centro, come si garantiva. 3. Di come il mio corpo avesse avuto pietà di me e di come nessun arto e nessun altro organo si fossero ribellati a quella condizione e mi meravigliai, quindi , di come si trattenessero nella loro interezza, cosicché nessun pezzo si sarebbe potuto perdere più per strada.
In stanza con F. M. e X. (la quale si vide bene dal restar con noi. Non si sarebbe divertita)
Le prime parole della professoressa G. (vecchia volpe) con il suo inconfondibile accento napoletano “Ragà!fate attenzione!questi faranno di tutto pur di toglierci i soldi!controllate bene la stanza…che tutto sia apposto!”.
Subito all’opera. X. Filmò l’intera camera con i suoi difetti e pregi. Un video è una prova più che schiacciante.
Stanza non tanto grande. Divertente l’apertura della porta mediante scheda magnetica. Armadio all’entrata con di fronte il bagno. 3 letti smistati orizzontalmente per la stanza e un non-letto solo soletto posto verticalmente tra un tavolo ed un mobile con frigorifero. Nacque in me una simpatia per quella sottospecie di letto. Nessuno lottò per aggiudicarsi quel posto, pertanto divenne subito il mio letto. Visione per nulla affascinante dalla finestra, nemmeno Alfred Kubin avrebbe potuto trarre alcunché da quella visione. Parcheggio e supermarket di fronte (mezzo della nostra salvezza futura). A lato un cantiere aperto…
Desolante,si.
D. non era in camera con noi. Suo dispiacere. Nostro rammarico. Almeno era in stanza con Fr. (amica dell’altra classe).
Disperata per il viaggio e per la pessima impressione che ricavai dal tutto (sino a quel momento), mi lasciai cadere sul mio non-letto. Mi adagiai contro la parete e lì rimasi. Intanto ascoltavo il vociare delle mie tre compagne.
M. ,entusiasta, balzava da un letto all’altro ed i miei occhi la seguivano pigri ma attenti, sospettando un suo possibile salto sulla mia “brandina” e ,di conseguenza, temendo per la mia incolumità…
Ad un tratto , proprio come pensavo, ella saltò sul non-letto. Non cercai di fermarla, ma almeno mi gettai - nell’istante dell’impatto- sul letto di fronte, allibita.
Un rumore sospetto non lasciò presagire nulla di buono. Infatti, la situazione s’incrinò (come se la perfezione che pregustavo dalla mia prima gita non si fosse già infranta…).
Nell’aria si levò un “Che è successo?!”. Accadde che una doga si spezzò sotto di lei.
Ci assicurammo che almeno le altre fossero intatte, tuttavia, ne notammo una certa fragilità…
Capimmo che il video non avrebbe testimoniato in nostro favore, giacché tutto era stato filmato tranne che il letto…malgrado ciò, fiduciose e in buona fede, andammo a chiamare qualcuno per la sostituzione del letto, confidando nella magnanimità dell’albergo.
Un uomo giunse poco dopo. Poco appariscente, piccolo di statura, dall’aria leggermente bizzarra. Silenzioso, tirò fuori della stanza la brandina. Rientrò per recuperare la doga e, andandosene, lanciò un’occhiata particolare a F. – la quale si era piazzata davanti all’armadio, nei pressi della porta- dandole, con l’asse da legno, una leggera, affettuosa pacca su una coscia.
Trattenemmo a stento delle risa, ma quando egli fu lontano, sbottammo a ridere.
F. rimase attonita. Si ritrasse sbigottita esclamando “Ma che vole quello?!?”.
Qualche minuto dopo, l’ometto fece ritorno con un nuovo non-letto. Una volta conclusa la sua mansione, sorrise buffamente e si congedò con un breve inchino, il che ci lasciò ancora più di stucco. Un individuo alquanto eccentrico…
(Ora come ora posso dire che ricordava molto uno degli assistenti dell’agrimensore K. ,la qual cosa mi inquieta e mi diverte al tempo stesso pensando all’ironia della cosa. In fondo eravamo pur sempre a Praga!)
Nel mentre, venimmo a sapere che nel pomeriggio avremmo solamente familiarizzato con la città e nulla più.
Malgrado la stanchezza, osservando il cielo limpido, quasi mi convinsi a passare il resto della giornata con gioia, tuttavia, il massimo che ottenni da me fu di viverla solo con una avvilente serenità…
to be continued...